Chi sono
Chi ero, chi sono e chi voglio essere: #FrankyRider
La vita abbatte e schiaccia l’anima e l’arte ti
ricorda che ne hai una (Stella Adler).
Una vita. Da vivere intensamente e da sprecare.
Una vita. Da costruire e distruggere.
E ricostruire. Ogni giorno.
In quel continuo divenire di luci e ombre che ognuno
di noi attraversa per realizzare il suo destino.
Solo così un’anima può trovare il suo posto nel mondo.
​
Ci ho provato anche io.
Come tutti.
A tracciare la linea immaginaria
dei miei sogni e delle mie aspirazioni.
E non è stato poi così difficile perché,
fin da bambino, ho sempre avuto le idee chiare
su quello che sarebbe stato il mio futuro: io sarei diventato un artista!
Ci ho provato anche io.
Come tutti. A fare di quella linea immaginaria la mia vita.
E, una volta mossi i primi passi, per tanto tempo
la via che avevo tracciato per inseguire il
mio sogno è stata inondata solo di luce.
La luce calda dei pomeriggi passati a casa
di zia Anna ad esercitarmi nel disegno,
ripetendo fino alla noia gli stessi
soggetti perché imparassi a riprodurli fedelmente.
La luce quasi magica del retrobottega
di Raffaele, il restauratore con la
passione per la pittura che aveva il
laboratorio di fronte al negozio di oggettistica
dei miei genitori: la prima scuola, la mia seconda casa.
La luce del talento di Andrea Abagnale,
un pittore girovago che osservavo per ore mentre
si dilettava a riprodurre in splendide opere i colori sgargianti della nostra terra.
Per anni - prima all’Istituto d’arte di Sorrento, (indirizzo Arte della Stampa) e, poi, all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove mi sono laureato nel 2009 in Scenografia - ho lasciato che la luce di quei momenti felici mi guidasse mentre inseguivo il mio sogno fino al momento in cui ad essa un nuovo brillante sfavillio si è aggiunto: quello del laboratorio di scultura e tecniche di formatura di un docente dell’Accademia stessa dove per quattro anni ho avuto la fortuna di stare a stretto contatto con artisti e professionisti del settore di fama internazionale, (Stefano Di Stasio, Vector Pisani, Adrian Tranquilli, Paola Gandolfi solo per citarne alcuni), realizzando collaborazioni importanti.
Non ho mai visto il mio sogno così vicino e ho accelerato il passo per raggiungerlo rischiando.
Un laboratorio tutto mio in cui scommettere
su me stesso e il mio modo di vedere l’arte.
L’ho immaginato a lungo come la culla di caleidoscopici esperimenti di luce. Mai avrei pensato che da tutta quella luce potesse
penetrare l’ombra di un azzardo per cui non ero pronto.
E, invece, il mio più grande sogno è diventato un incubo di dubbi e paure.
Ho smesso di credere in me stesso e le tristi spire dell’oscurità hanno cominciato ad avviluppare il mio cammino
costringendomi a rinunciare al mio progetto di vita.
Il “non poter essere” ciò che avevo sempre sognato.
Niente di più doloroso da affrontare.
Niente di più amaro da cui provare a difendermi inutilmente.
Il dolore per non essere stato all’altezza mi ha prima stordito e poi inebetito non lasciandomi altro che una laconica depressa accettazione della realtà.
E quando quel “non poter essere” è diventato un “non poter meritare” niente - inesorabile condanna all’infelicità - non ho retto più.
Ho abbandonato tutto. Per qualcosa di nuovo:
una nuova vita, una nuova città – Singapore – un diverso destino da rincorrere.
Non volevo più saperne di quella luce abbagliante che per tanto tempo mi aveva inondato illudendomi. E per due anni è stato così.
Fino a quando un inaspettato colpo del destino mi ha riportato a casa e proprio lì dove il mio sogno si era scontrato
con la dura realtà, quella luce che credevo persa è tornata.
Ma non è stato un caso.
Ho voluto ardentemente che quella luce tornasse nella mia vita grazie ad un intenso percorso di crescita personale che mi ha dato la forza di affrontare i miei demoni e distruggerli realizzandomi professionalmente come docente di sostegno.
Ed ecco: ancora una nuova vita, una nuova città - Firenze - e quel destino a lungo accarezzato da rincorrere di nuovo, questa volta con un progetto più consapevole e maturo.
#FrankyRider nasce come il frutto di un patto che ho stretto con la mia vocazione ed è la mia nemesi, lo strumento attraverso il quale voglio realizzarmi come artista e lasciare un segno indelebile su questo mondo cambiandolo, migliorandolo.
Facendolo risplendere di luce nuova.
Perché è nella mia natura di uomo.
Perché non posso farne a meno.